Intervista a Vito Trovato

Disturbi della deglutizione negli anziani: cosa sono e come prevenirli?

I disturbi della deglutizione (disfagia) consistono nella difficoltà nell’assumere cibi solidi e/o liquidi, ovvero nel “trasportarli” dalla bocca allo stomaco. 

La probabilità che si manifestino aumenta con l’invecchiamento, ma non solo. Infatti compaiono anche nelle persone con patologie neurologiche (come ictus, morbo di Parkinson, sclerosi multipla e sclerosi laterale amiotrofica ovvero SLA) o che hanno subito interventi chirurgici sull’apparato digerente. 

I disturbi si manifestano con:

  • difficoltà a trattenere il cibo e la saliva in bocca
  • senso di soffocamento
  • deglutizione dolorosa
  • tosse durante o anche dopo il pasto fino ad arrivare a senso di bruciore e rigurgito orale e nasale. 

Nei casi più gravi possiamo incorrere in una polmonite ab ingestis poiché il cibo che il paziente non riesce a ingerire può arrivare nelle vie respiratorie dopo averlo inalato, causandone l’infiammazione e la successiva infezione.

 Il paziente con difficoltà nella deglutizione, se non incoraggiato ad alimentarsi e idratarsi in maniera adeguata, può incorrere in un’altra complicanza altrettanto grave, ovvero la malnutrizione; essa si manifesta con inappetenza e perdita eccessiva di peso in poco tempo che possono complicare la sua quotidianità e concorrere allo sviluppo di lesioni cutanee.

Quali terapie si possono somministrare nei casi di disturbi della deglutizione nei pazienti anziani?

L’infermiere valuta la deglutizione al momento del pasto: è importantissimo per osservare e prendere atto di eventuali difficoltà del paziente. 

Innanzitutto sono necessari semplici accorgimenti che però garantiscono che il paziente si alimenti e idrati con estrema sicurezza ad esempio: modificare la dieta con alimenti semisolidi oppure omogeneizzati, idratarlo utilizzando addensanti nei liquidi che facilitano di gran lunga la deglutizione, dare al paziente il cibo a piccoli bocconi e consigliargli di masticare bene il cibo e mantenere una corretta postura durante l’alimentazione. 

È indicata in alcuni casi una valutazione con riabilitazione logopedica con esercizi per migliorare il controllo muscolare e la coordinazione. 

Si possono anche somministrare farmaci per ridurre il reflusso gastroesofageo o il singhiozzo. Nei casi in cui la disfagia è completa è possibile procedere con la nutrizione enterale tramite posizionamento di sondino nasogastrico o PEG, device che ci permettono di bypassare la bocca e quindi la deglutizione, perché appunto il cibo arriva direttamente nello stomaco. 

A Villa Serena, Casa Residenza anziani di Bologna, l’assistenza infermieristica è attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7 con la supervisione di un coordinatore infermieristico.

Quali precauzioni possiamo prendere in caso di disfagia nell’anziano?

Per prevenire le complicanze della disfagia occorre sicuramente assicurarsi che il paziente mantenga una postura corretta durante i pasti con lo schienale del letto o della carrozzina uguale o maggiore almeno di 30°;

è importante rimanere con lui mentre si alimenta, offrigli cibi che siano di gradimento ma che allo stesso tempo abbiano una consistenza idonea, effettuare educazione sanitaria sia sul paziente sia sul caregiver sulle tecniche di deglutizione sicura. 

Infine un aspetto importante è rappresentato dal monitoraggio dei parametri vitali, in particolare: frequenza respiratoria, di conseguenza anche la saturazione di ossigeno e la temperatura in caso di febbre dovuta ad uno stato di infiammazione. 

Testo e informazioni a cura di Vito Trovato coordinatore infermieristico CRA Villa Serena mantenimento e allo svolgimento di attività di socializzazione e di ripristino delle funzioni cognitive.

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